Parliamo di zecche

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Delle zecche, un tempo, non si conosceva neppure l’esistenza. Quante volte mi sono rotolato nei prati da ragazzino senza averne mai vista una! Neppure sapevo come fossero fatte. Negli ultimi 10 anni però, frequentando molto la montagna per escursionismo, ho dovuto fare spesso i conti con questo fastidioso insetto. Ogni anno mi “prendo” regolarmente una decina di zecche e quindi ho imparato, mio malgrado, cosa fare e cosa non fare. 

La zecca conficcata nella pelle
La zecca conficcata nella pelle

Solo in anni recenti è iniziata a diffondersi una certa conoscenza del fenomeno, sia pure sporadica (nelle zone turistiche ovviamente si cerca di evitare l’argomento), anche perché il repellente “ragnetto” può trasmettere gravi malattie e, in taluni casi per fortuna rari, perfino la morte. Non è certamente il caso di fare allarmismi o suscitare fobie, ma il problema non va comunque ignorato o preso sottogamba. Ma andiamo con ordine.

Le varie fasi di sviluppo della zecca
Le varie fasi di sviluppo della zecca

Le zecche

Le zecche sono artropodi ovvero acari appartenenti alla classe degli Arachnidi. Nelle sue varie forme di sviluppo (larva, ninfa, adulto), hanno dimensioni che vanno da circa 1 mm ad 1 cm.

Le malattie

A parte la ripugnanza di trovarsele attaccate alla pelle, le zecche di per sé non sarebbero pericolose. Purtroppo possono però essere portatrici di gravi malattie come il Morbo di Lyme (o borreliosi) e TBE con varie forme di encefalite che sono trasmesse alla vittima con il morso. Per la TBE non ci sono cure, però esiste un vaccino. I focolai di infezione sono di solito limitati a zone variamente circoscritte nelle varie regioni. In Trentino ad esempio la zona tristemente “famosa” è quella della Valle dei Laghi (Laghi di Lamar, Terlago, Cavedine), anche se pare che ormai il rischio TBE sia pressoché diffuso ormai in tutto il territorio provinciale. Le zecche infatti  “migrano” grazie agli animali a cui sono attaccate, quindi la prudenza è sempre opportuna. Eviteremo in questa sede una trattazione medica che non ci compete, concentrandoci invece su come comportarci per limitare il rischio e cosa fare in caso di morso.

La zecca è un parassita

La zecca è un parassita che ha bisogno di succhiare il sangue: topi, ricci, scoiattoli, capre, pecore, caprioli e camosci di solito, ma occasionalmente anche l’uomo. Il morso della zecca è indolore poiché essa inietta una sostanza anestetica: solo dopo ore o qualche giorno può esserci del prurito ed è questa di solito la causa che fa scoprire lo sgraditissimo “ospite”, anche a distanza di giorni. Il “pasto” della zecca può durare molte ore o alcuni giorni, dopodiché si stacca da sola. Niente panico comunque.

Come si toglie una zecca

Le zecche si tolgono nel modo migliore con delle apposite pinzette, acquistabili nei negozi di animali o veterinaria per pochi euro: per la mia esperienza, le migliori sono quelle prodotte dalla O’Tom (sul sito ci sono anche dei video esplicativi). Si infila la zecca nella “forchettina” e poi si ruota delicatamente la pinzetta tirando leggermente finché non si stacca. Non vanno usati liquidi come olio, acetone, alcol eccetera (e neppure mozziconi di sigaretta o fumo come si legge da qualche parte) per uccidere la zecca, che potrebbe in questo modo avere un rigurgito e favorire quindi la trasmissione di patogeni. E’ importante che la zecca sia rimossa totalmente: a volte può accadere che un tentativo maldestro di rimozione provochi il distacco della testa che rimane conficcata nella pelle. Se non si riesce a togliere, meglio andare al pronto soccorso.

Le apposite pinzette per rimuovere efficacemente le zecche. Costano pochi euro
Le apposite pinzette O’Tom per rimuovere efficacemente le zecche. Costano pochi euro

Dopo la rimozione

Il punto del morso va disinfettato e tenuto sotto osservazione per circa 30-40 giorni, periodo in cui possono eventualmente manifestarsi dei sintomi in caso di infezione. Un piccolo ponfo (gonfiore) rossastro e pruriginoso è normale, può durare parecchi giorni e non deve preoccupare eccessivamente.

L’osservazione

Se si nota però un eritema che si ingrandisce o si sposta (il cosiddetto “eritema migrante”) occorre contattare subito il proprio medico. Non sempre l’eritema si manifesta o appaiono sintomi: tuttavia se dopo circa 10-15 giorni si hanno disturbi persistenti tipo mal di testa, nausea, dolori articolari o muscolari, fiacchezza, meglio interpellare il proprio medico. Questi sintomi possono essere scambiati con quelli dell’influenza, cosa che può ritardare la diagnosi. Le malattie trasmesse dalla puntura di zecca, se non curate per tempo, possono avere strascichi invalidanti.

Il vaccino TBE

Da qualche anno esiste il vaccino contro la TBE che consiste in tre punture fatte a distanza di tempo entro l’anno, con successivi “richiami” (1 ogni 3 anni), che garantisce una ottima copertura (quasi il 100%). Per informazioni contattare l’Ufficio Igiene della propria provincia. Per chi abita a Trento, è necessario telefonare per fissare un appuntamento: Ufficio Igiene 0461 90227. Dal 2018 il vaccino è gratuito.

Come evitare le zecche

Ci sono alcune precauzioni utili per evitare il rischio di essere morsi dalle zecche. Anzitutto la quota: generalmente non si trovano a quote superiori ai 1600 metri, o perlomeno sono più rare in quanto trasportate dagli animali selvatici oppure domestici come pecore e capre. Le temperature rigide della notte infatti le uccidono e quindi non riescono a completare il ciclo vitale della riproduzione. Purtroppo il riscaldamento climatico e l’aumento delle temperature medie ha aumentato anche la quota dove le zecche possono essere presenti: in anni recenti sono state segnalate fino a 1800-2000 metri di quota!
A quote inferiori vanno evitate le boscaglie e l’erba alta, dove le zecche si appostano in attesa della vittima. Evitare quindi di sedersi o sdraiarsi nell’erba alta, frequentare zone incolte e pascoli di ovini e caprini. Importante anche l’abbigliamento: sono da preferire senz’altro pantaloni lunghi, calzettoni e scarpe alte. Al ritorno a casa è opportuna comunque una attenta ispezione su tutto il corpo. Creme, unguenti e spray che si vedono nelle pubblicità e che a volte si consigliano, sono di dubbia efficacia.

Qui un depliant realizzato dalla Provincia Autonoma di Trento con tutte le informazioni essenziali

3 commenti

  1. Di zecche ne abiamo mpre prese ogni anno e non ci hanno mai creato problemi…a parte l’anno scorso in settembre e nel parchetto di Caoria: avevano appena tagliato l’erba, e, nonostante il telo che avevamo steso, una zecca si è attaccata al polpaccio di mio marito.
    E’ andata a finire che, non essendoci accorti subito dell’ospite indesiderato, si è gonfiata la parte ed è apparso l’eritema migrante….via subito di antibiotici per bocca e in crema….ora è passato, ma caspita ci siamo seduti un sacco di volte in bosco, nei prati, tra le rocce e non è mai successo nulla….nel parchetto con l’erba cortissima invece c’era la zecca infetta!!!!

    • a furia di parlare di zecche (e prenderne) io stesso probabilmente ne sono stato vittima: un morso, uno degli ultimi, ha originato una specie di pustola con alone, secondo la guardia medica potrebbe essere il risultato di una zecca infetta 🙁 Ho sentito al telefono il mio medico, domani filo al pronto soccorso 🙁

  2. sei stata sfortunata: non è che le zecche scompaiono in un prato appena tagliato 🙂 Di regola si appostano nell’erba alta, sui fili d’erba e si attaccano alla prima vittima che passa.

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